Mi vengono in mente i bambini non solo di Bucarest, ma di tutto il mondo. I bambini di strada, intendo. Ma non pensiamoli come "bambini di strada" perchè vivono tutti in strada. Pensiamoli come "bambini" di "strada" perchè essere bambini significa molte cose, come pensare che la libertà sia un gioco. E perchè la strada è un mondo bellissimo, libero, un mondo da sognare. Perchè la strada è pericolosa, crudele, la strada è esposta. La strada è tante cose. Ogni bambino ha la sua strada.
Non chiamiamoli con un'etichetta.
Non chiamiamoli randagi.
Ultima puntata di "Vieni via con me" Fazio-Saviano
RispondiEliminaElenco delle cose che ha visto sotto le strade di Bucarest
(legge Franco Aloisio, di Parada)
Ho visto gruppi di bambini, inseguiti dalla polizia, rifugiarsi nei tombini, per non esser catturati.
Ho sentito il gelo invernale di Bucarest e il senso di salvezza nel caldo dei canali sotterranei dove corrono le tubature dell’acqua calda.
Sono sceso nei canali, dove i bambini ricostruivano le loro nuove famiglie con i loro compagni di sventura.
Ho visto una banda di ragazzini di strada rubare un giocattolo ad un bimbo di famiglia e, di fronte al suo pianto, ridarglielo.
Sotto le strade di Bucarest qualcuno mi ha detto “nel momento in cui mi hai rispettato, ho capito che mi volevi bene”
Ho rincorso un clown franco-Algerino, Miloud Oukili, con gruppi di ragazzini di strada, stregati dalla sua magia, che oggi sono diventati veri artisti
E soprattutto ho capito che non esistono bambini di strada, ma bambini dimenticati in strada da adulti, e che questi adulti siamo tutti noi.
Spero ti faccia sapere che anche qui se ne parla, un abbraccio Lollo, Paola
Sì sapevo che Franco sarebbe andato da Fazio, e mi fa piacere che lo abbiate sentito.
RispondiEliminaSono state parole molto semplici, ma terribilmente reali, per la sua esperienza, ormai più che decennale qui a Bucarest.
Io oggi ho visto un bambino nascondersi un braccio dentro le maniche della giacca, tagliarsi una mano, e andare a caritare, per una sigaretta.
E queste frasi per cosa? Perchè basta che ci guardiamo intorno. Non occorre andare lontano per capire che il problema non è Bucarest, non è l'Africa, non è l'India. Ma sono i tempi delle società che non si accordano alla perfezione con i tempi del modello di tale società.
ti diverti ogni tanto però, vero?
RispondiEliminaDegenerazione da uso reiterato di Facebook: pulsione a mettere "mi piace" sotto il commento di Giò. Non va troppo bene.
RispondiEliminaSte
"Dove non c'è strada non c'è civiltà."
RispondiEliminaQualcuno ce l'ha detto quest'estate, e mi era sembrato così vero.
Lollo, spiegami come fanno il Primo, il Secondo e il Terzo mondo a convivere come se niente fosse lì. Cosa pensano l'uno dell'altro.
Di chi è la strada a Bucarest? Di chi è la civiltà a Bucarest?
Vero
I mondi sono fatti da persone, le persone scelgono il proprio mondo. A Bucarest, chi può si sceglie la propria casa, se la costruisce da sé, la vita è sua e basta. Lo Stato detta le linee direzionali, detta le vie, le strade, le pavimenta, le scoperchia, le lascia maricre, le pulisce. Le lascia marcire, le pulisce ancora. Ma lo Stato dopo un pò si ferma, non va oltre. Troppo Stato c'è stato. Poi arrivano i singoli, gli uomini e le donne che portano le proprie esperienze sulle spalle, come se fossero arnesi da lavoro. Si costruiscono poi i recinti, i confini sociali, ed iniziano a costruirsi la propria casa, il proprio mondo. Nelle periferie ci sono molte zone in cui sul serio ognuno si costruisce da sé la propria casa. Ma intendo che in mancanza di uno Stato i mondi si moltiplicano. E si moltiplicano nel bene e nel male. Tante varietà e tanti colori hanno le variopinte e terribili contraddizioni di questa città, in ogni angolo di questa città.
RispondiEliminaarrivo tardi, ma arrivo.
RispondiEliminadopo tanto tempo finalmente ricordo cosa mi avesse così intensamente legato a te.
grazie.
che ci presti i tuoi occhi.
giro, piena di affetto e un po' scossa